VLOG | Perché un fan dovrebbe visitare un parco Disney?

Se seguite il nostro blog certamente siete appassionati di film d’animazione, e se siete appassionati di cinema d’animazione quasi certamente amate la Disney, con tutto ciò che il suo vasto regno comprende.

Uno dei più grandi sogni nel cassetto di un fan Disney è, con molta probabilità, quello di visitare i parchi sparsi nei quattro angoli del globo, non solo per vedere coi propri occhi e toccare con mano la magia dei film animati prendere vita, ma anche per celebrare quello che per Walt Disney in persona è sempre stato un punto estremamente importante della sua visione di intrattenimento per famiglie, radicato in profondità nella sua concezione di divertimento. Ma per chi non è un appassionato della storia di Walt Disney forse risulterà un po’ curiosa questa passione, che esula dalla semplice voglia di svago che regalano i parchi di divertimento.

Un parco Disney racchiude molto più di qualche attrazione con picchi di adrenalina o roller coaster da capogiro. Nel regno della magia di Disneyland, per un appassionato di cinema d’animazione, c’è qualcosa in più, legato alla visione che lo stesso Walt Disney aveva di questi luoghi e l’importanza che egli riponeva nel celebrare la fantasia, il mondo dell’impossibile che diventava possibile.

Per capire quanto fosse centrale, per Walt Disney, il concetto di un luogo in cui la magia prendeva vita, dobbiamo fare un piccolo passo indietro nel tempo… precisamente al 1893, l’anno dell’Esposizione Universale di Chicago!

Mettetevi comodi dunque, per scoprire non solo quanto di Walt Disney è possibile ritrovare nei suoi parchi ancora oggi, ma anche come si è arrivati, negli anni, alla realizzazione di luoghi un tempo ritenuti letteralmente inimmaginabili.

Intanto, ripassiamo alcune date: Disneyland, il primo parco Disney del mondo, ha aperto i battenti ad Anaheim in California nel 1955. Walt Disney, insieme a suo fratello Roy, fonda la Walt Disney Company nel 1923 (all’epoca aveva un altro nome, ovvero Disney Brothers Cartoon Studio). Infine, l’anno di nascita di Walt Disney, ovvero il 1901. Perché dunque per raccontare della nascita dell’idea di Disneyland, il regno della magia (come lo stiamo definendo in queste righe), facciamo riferimento all’Esposizione Universale di Chicago del 1893? Perché proprio a quell’evento vi lavorò e prese parte Elias Disney, il padre di Walt.

L’Esposizione Universale di Chicago del 1893 arrivava a seguito di un vero e proprio boom: nel 1851 ebbe luogo l’Esposizione Universale di Londra, considerata la prima della storia, che ebbe un incredibile successo. La seconda edizione si tenne nel 1855: l’Esposizione Universale di Parigi venne accolta dalla Francia come una sfida per superare la precedente manifestazione londinese. Ad eventi di questo richiamo lavoravano i massimi esperti di ingegneria, con l’obiettivo di lasciare a bocca aperta i numerosi visitatori, che in quei luoghi dovevano trovarsi davanti a cose mai viste prima. È per questi eventi che vengono costruiti, per esempio, il Crystal Palace di Londra e la Tour Eiffel di Parigi. Il concetto di intrattenimento, in quegli anni, stava subendo una profonda trasformazione: le cosiddette fiere diventarono Luna Park, di lì a breve sarebbero nate le prime attrazioni meccaniche e già si lavorava al concetto di immersione del pubblico e di meticolosa cura dei dettagli.

Con l’Esposizione Universale di Chicago si ebbe una svolta definitiva: il tema scelto fu la celebrazione dell’America in occasione del quattrocentesimo anniversario della sua scoperta. Con questo pretesto le dimensioni dei padiglioni furono considerevolmente ampliate e venne garantita una realizzazione molto accurata. Ma, soprattutto, venne realizzata la prima ruota panoramica moderna, simbolo emblematico dell’avanzamento tecnologico raggiunto in occasione dell’evento di Chicago.

La forte componente architettonica e la sua caratterizzazione, resero l’Esposizione Universale di Chicago, per la prima volta, un vero e proprio spettacolo ed Elias Disney, negli anni, raccontò molto ai propri figli dei suoi mesi di lavoro passati tra i padiglioni dell’Esposizione, influenzando in particolare Walt.

Superiamo quindi la data del 1923, anno in cui Walt e il fratello Roy fondarono i Disney Brothers Cartoon Studio: di lì a poco più di un decennio iniziarono ad arrivare i primi grandi successi targati Walt Disney. Nel 1937 esce al cinema Biancaneve che generò uno dei maggiori incassi di sempre al box office, a cui fecero seguito Dumbo, nel 1941 e, nel 1950, Cenerentola e il primo film live-action dello studio, L’isola del tesoro. E poi ancora Alice nel paese delle meraviglie nel 1951, Peter Pan nel 1953, 20.000 Leghe sotto i Mari nel 1954. Lo studio, dopo periodi di alti e bassi, raggiunse una sua solidità e finalmente iniziò ad avere una discreta disponibilità economica. Walt si ritrovò così nella condizione di finanziare un nuovo sogno, un sogno in realtà covato a lungo: quello di realizzare un luogo in cui le produzioni cinematografiche dello studio potessero essere celebrate, un parco per famiglie dove genitori e figli potessero divertirsi insieme.

Immaginò una vasta area suddivisa per zone tematiche, una “ricostruzione dell’universo Disney” visto sul grande schermo. Elaborò l’idea di una via principale che accoglieva i visitatori, conducendoli alla piazza centrale da cui si dipanavano le varie aree, ciascuna collegata alle altre ma ben delineata e circoscritta. Quando il progetto cominciò a prendere forma nella sua testa, Walt coinvolse gli animatori e gli art director per applicare i principi della cinematografia allo sviluppo di questo nuovo universo tridimensionale: ecco dunque l’effetto sorpresa che si avverte accedendo ad ogni singola zona tematica, che non è visibile dalla piazza centrale o dall’ingresso, ecco la maniacale attenzione al dettaglio, i riferimenti, anche impercettibili, ai lungometraggi di ispirazione ad ogni giostra. Laddove un’attrazione è originale, e quindi non ispirata ad un film o ad un’opera esistente, era compito del team specializzato nello storytelling fare in modo che la coerenza venisse mantenuta, che la sospensione dell’incredulità non si rompesse. Anche un ristorante o un semplice negozio di souvenir diventa il pretesto per alimentare l’immersione, il realismo di un mondo magico e plausibile.

Nacque la figura del Cast Members, non un semplice dipendente del parco ma un ennesimo elemento di immersione per il visitatore: il Cast Mmebers non solo viene vestito a tema in base alla zona di lavoro all’interno del parco, ma viene formato per ricoprire il suo ruolo in maniera coerente allo stile della zona tematica. Nacque la figura dell’Imagineering (unione delle due parole “imagination“, cioè immaginazione, e “engineering“, cioè ingegnere, letteralmente ingegneri dell’immaginazione), cioè il team di ingegneri che si occupano di studiare la realizzazione delle aree dei parchi e delle relative attrazioni partendo dai film usciti al cinema.

Disneyland Park fu inaugurato il 17 luglio 1955, e a soli sette mesi dall’apertura il paco accolse il suo milionesimo visitatore. Alla fine del primo anno raggiunse il traguardo di 3,6 milioni di visitatori, confermandosi una scommessa vinta da Walt Disney. Gli Imagineering, eredi del patrimonio creativo lasciato da Disney, hanno continuato a progettare nuove attrazioni perché, come diceva Walt: “Disneyland non sarà mai finito, continuerà a crescere fino a quando ci sarà immaginazione nel mondo”.

A distanza di decenni, il modello Disneyland oggi si è moltiplicato e il regno è diventato un impero: i parchi Disney sono 12, presenti in tre differenti continenti:

  • nel 1971 è stato aperto Walt Disney World in Florida
  • nel 1983 Tokyo Disneyland in Giappone
  • nel 1992 Disneyland Paris, a Parigi
  • nel 2005 Hong Kong Disneyland, in Cina
  • nel 2016 Shanghai Disney Resort

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