Dumbo


Negli anni ’40 i Walt Disney Studios erano in grandissime difficoltà finanziarie. Pinocchio e Fantasia, nonostante fossero stati entrambi progetti distinti da audacia e novità di intenti, generarono ingenti perdite economiche e la seconda guerra mondiale, che aveva intaccato irrimediabilmente l’economia europea, si era diffusa fino a coinvolgere anche gli Stati Uniti d’America.

Walt Disney aveva dunque la necessità assoluta di un successo senza pari al botteghino in un momento storicamente così critico e aggravato, per giunta, dai malcontenti degli animatori che lavoravano per lui.

Nato in un clima di profonda instabilità, distribuito a partire dal 23 ottobre del 1941, Dumbo fu il tipico esempio di film arrivato in sala nel momento giusto e capace di risolvere la situazione problematica che era sorta nello studio d’animazione.

1. Contesto storico: una crisi annunciata

Il libro fu scritto nel 1939 da Helen Aberson e Harold Pearl, unica storia che la coppia scrisse. I due vendettero il racconto ad una compagnia chiamata Roll-A-Book, che lo stampò in un esiguo numero di copie, corredandolo con 16 immagini. Walt trovò che la storia fosse semplice ma efficace e intravide la possibilità di ricavarne un prodotto capace di risollevare le sorti finanziarie dello studio.

Acquisì i diritti e fece rielaborare la trama a Dick Huemer e Joe Grant, due sceneggiatori dello studio che avevano convinto Walt Disney a scommettere nel progetto. Il film entrò ufficialmente in produzione all’inizio del 1941, ma fu proprio in quell’anno che lo studio venne scosso da un terribile sciopero.

Herbert Sorrell, un dipendente di Walt Disney, organizzò nel maggio del 1941 uno sciopero che coinvolse la maggior parte degli animatori e dei lavoratori dello studio cinematografico, fatto che minò la riuscita messa in opera di Dumbo, il film che avrebbe potuto risollevare le sorti della Disney. Per comprendere a fondo quanto questo evento fu determinante per gli studios, al punto da rischiare addirittura di far chiudere la Disney, possiamo affidarci alle parole di Ward Kimball che passò alla storia come uno dei Nine Old Men, ovvero uno dei nove storici animatori di Walt Disney.

Nel libro di Mariuccia Ciotta, Walt Disney. Prima stella a sinistra (Milano, Bompiani, 2005), vengono riportate pagine del diario di Kimball, che riguardo ai giorni relativi allo sciopero scriveva queste testimonianze: «Trecento tra disegnatori e inchiostratori accolsero l’invito allo sciopero di Herb Sorell, mentre gli altri decisero di continuare il lavoro, preoccupati per lo studio che rischiava di chiudere se la produzione si fosse fermata. Il 24 aprile, prima dello sciopero, Roy Disney aveva comunicato una riduzione a cinque giorni di lavoro e tagli agli stipendi tra il 5 e il 10%. L’unica salvezza si chiamava Dumbo. L’elefantino doveva volare prima dell’entrata in guerra degli Stati Uniti. Il sindacato sosteneva che i tagli erano tentativi di fermare la lotta, ma io sapevo che lo studio era quasi rovinato e che se non avessimo terminato Dumbo sarebbe stata veramente la fine».

Questa testimonianza da parte di un animatore molto vicino a Walt Disney, comunque convinto della necessità di sindacalizzare lo studio, aiuta a comprendere la tensione che si poteva respirare in quegli anni, durante la lavorazione di un film che portava sulle spalle il peso della Walt Disney Company.

2. Un miracolo finanziario

Costato meno di 700 milioni (meno della metà del budget di Biancaneve e un quarto del costo finale di Pinocchio), nella sola prima distribuzione nei cinema americani Dumbo incassò oltre un milione e mezzo di dollari rendendolo, di fatto, il maggior successo Disney degli anni ’40 ed il solo (insieme a Biancaneve) ad aver dato un profitto allo studio d’animazione fino a quel momento.

Il successo di pubblico e critica fu tale che il film venne candidato a due premi Oscar nell’edizione del 1942, vincendolo nella categoria Miglior colonna sonora. Vinse inoltre il Grand Prix per il Miglior disegno animato al Festival del Cinema di Cannes nel 1947 e le recensioni della stampa americana furono nella maggior parte positive. Visto il successo trasversale che ebbe il personaggio, la presenza dell’elefantino Dumbo era anche stata pianificata per comparire sulla copertina della rivista TIME nel numero di dicembre, decisione che venne però cambiata in seguito all’attacco di Pearl Harbor che subirono gli Stati Uniti il 7 dicembre di quell’anno.

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