Pinocchio

Pinocchio venne proiettato per la prima volta il 7 febbraio 1940.
La stesura della trama cominciò nel 1937, quando Biancaneve e i sette nani si trovava ancora in produzione e lo scetticismo che gravava sui Disney Studios per il possibile insuccesso dei lungometraggi animati non era ancora stato dissipato.

Pinocchio, oggi considerato uno dei maggiori capolavori nella storia del cinema d’animazione1, ebbe tuttavia un successo molto modesto in occasione della sua distribuzione nei cinema2. Inserire questo film all’interno del suo contesto storico servirà a capire almeno in parte le cause che ne determinarono un parziale insuccesso ai botteghini.

1. Contesto storico: una difficile eredità

Pinocchio è il fatto che la sua realizzazione incominciò quando ancora Biancaneve e i sette nani veniva considerato il film più rischioso mai realizzato fino ad allora in tutta Hollywood. Dopo quell’improvviso successo poi, l’euforia fu generale al punto che si creò una spasmodica attesa per il futuro progetto targato Disney.
Walt Disney, ciecamente fiducioso nei confronti della sua opera, aveva già pianificato i progetti che avrebbero fatto seguito a Biancaneve e i sette nani, prima ancora che quel film d’animazione si rivelasse il più alto incasso nella storia del cinema.
Negli ultimi mesi del 1937, quando ancora Biancaneve non era stato completato, formò una squadra di soggettisti perché iniziasse a lavorare a Pinocchio.
Lasciandosi convincere alla lettura della fiaba di Collodi dall’animatore Norman Ferguson, Disney venne colpito particolarmente da alcuni punti del racconto, conservando però numerose riserve sulla sua rielaborazione. Disney infatti mantenne nel suo lungometraggio solo alcune delle suggestioni e dei concetti base, abbandonando pertanto l’idea di adattare in maniera fedele il testo originario, reputato troppo distante dalle sensibilità tipicamente americane che contraddistinguevano i prodotti di Walt Disney. Riguardo a questo, sulle pagine de Il Morandini, viene citata una critica di Oreste de Fornari alquanto aspra:
…il difetto più grave [del film, ndr.] è una carenza di fedeltà, soprattutto nelle figure di contorno, le quali nel libro avevano un significato morale e uno spessore fiabesco, mentre nel film vengono faticosamente convertite alla comicità e al realismo…
Tra le modifiche maggiori apportate alla fiaba originaria, infatti, quella certamente più radicale riguarda proprio la figura del Grillo Parlante, personaggio che, sebbene mantenga un ruolo essenziale ai fini della trama, subisce una mutazione che lo allontana dai moralismi dell’originale da cui Disney voleva prendere le distanze. Spetta al Grillo Parlante incarnare il buon senso, facendosi portavoce di un’etica positiva che lo rese l’interprete ideale, dopo Topolino, di quella filosofia del New Deal tanto cara a Walt Disney.

2. Un capolavoro incompreso

Dal punto di vista tecnico i risultati sbalorditivi raggiunti da Biancaneve vengono, per certi versi, surclassati con Pinocchio. In questo film, infatti, sono presenti per tutta la sua durata una quantità pressoché infinta di particolari negli sfondi.

A dimostrazione della dedizione al dettaglio da parte di Walt Disney e dei suoi artisti, fu applicato a mano, ad ogni Rodovetro (meglio noti come Cels) di Pinocchio, un delicato tocco di fard che diede al bambino di legno delle guance vivamente rosate, operazione che venne ripetuta su tutti i fogli da disegno. Questa incredibile cura e maestria dedicata all’animazione e agli sfondi però non furono sufficienti da consentire a Pinocchio un successo degno del lavoro fatto dal team di Walt Disney. Il mondo era stato sorpreso e conquistato da Biancaneve e, con tutta probabilità, si aspettava lo stesso genere di prodotto. Pinocchio non poteva essere più diverso da Biancaneve e i sette nani: invece del principe e della sua principessa il pubblico si ritrovò come protagonista del film un burattino di legno; al posto dell’elemento romantico, totalmente abolito dalla narrazione, si optò a favore di un’avventura a tinte noir; infine l’umorismo, a tratti lezioso di Biancaneve, venne sostituito con le numerose lezioni morali del Grillo Parlante.
Il film ebbe un costo complessivo di quasi 3 milioni di dollari (il doppio rispetto a Biancaneve e i sette nani), dei quali meno della metà venne recuperato al botteghino. Rispetto al precedente di Biancaneve, i risultati commerciali di Pinocchio furono al di sotto delle previsioni della Disney, anche a causa dei problemi di distribuzione in Europa che si ebbero durante la seconda guerra mondiale.

Pinocchio una fiducia ben riposta che venne ampiamente ripagata in termini di incassi: sommando le numerose riedizioni, il film, ad oggi, si trova al 41° posto dei maggiori successi di tutti i tempi negli Stati Uniti aggiornando l’incasso con l’inflazione del costo dei biglietti attuale.


1. https://www.rottentomatoes.com/top/bestofrt/top_100_animation_movies

2. Michael Barrier, Hollywood Cartoons: American Animation in Its Golden Age, New York., Oxford University Press, 1999, pp. 318, 602

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