SPECIALE VIEW CONFERENCE | Terza giornata all’insegna dei corti d’animazione

Lunedì 19 ottobre si è svolta la terza giornata della 21^ edizione di VIEW Conference, l’evento torinese dedicato al mondo dell’animazione. Tra i numerosi incontri online che si sono susseguiti per tutta la giornata, alle 19:00 ha avuto luogo il panel dal titolo Shorts as an Art Form che ha coinvolto Cinzia Angelini, regista di Mila e animatrice di Cinesite Feature Animation, Taylor Meacham, regista di To: Gerard e animatore dei DreamWorks Animation Studios, Jeremy Clapin, regista del film Dov’è il mio corpo? e Simone Giampaolo, animatore e regista di Aardman Animation.

Una delle domande principali attorno alle quali i quattro registi si sono interrogati è stata: perché si sceglie di fare cortometraggi invece che lungometraggi?

Il primo motivo è certamente di natura economica, secondo quanto dichiara Cinzia Angelini. Rispetto ai costi di un lungometraggio animato un’opera di ridotta durata è più facilmente finanziabile. Al giorno d’oggi, nonostante il mondo sembra offrire nuove possibilità di produzione e la globalizzazione abbia eliminato molti confini e barriere nel mondo, determinando maggiori possibilità di finanziamento, i lungometraggi animati richiedono mediamente degli investimenti economici davvero difficili da affrontare, al contrario di progetti più modesti.

Il secondo punto è di una effettiva e precisa necessità di scrittura: secondo quanto detto da Jeremy Clapin la sceneggiatura di un cortometraggio necessita di arrivare al focus in un tempo più ridotto di tempo rispetto ad un lungometraggio. Ci sono storie che funzionano perfettamente in 10, 20 minuti, che non necessitano di troppo tempo per essere coinvolgenti, per comunicare il messaggio allo spettatore.

L’argomento si è poi spostato sulle prospettive che ci aspettano nel prossimo futuro. Se da un lato nessuno può prevedere con certezza quello che avverrà nel mondo al termine della pandemia da Covid19, pare sempre più evidente che difficilmente si tornerà alla stessa identica situazione pre-crisi sanitaria. Questo non è per forza di cose un male: l’attuale condizione di emergenza globale ha dimostrato in molti settori, inclusa la produzione di contenuti animati, che esiste una concreta possibilità di poter ottenere ottimi risultati in termine di prodotto anche lavorando da remoto. Certo, lo scambio dal vivo è comunque preferibile, ma le possibilità offerte dalle moderne tecnologie certamente subiranno un’accelerazione nei prossimi anni, anche nel campo dell’animazione.

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