RECENSIONE | Monsters & Co.

È il 2001.

Da una parte il mondo è nel pieno dello sconvolgimento post 11 Settembre. Dall’altra, la Disney distribuisce l’ultimo film Pixar.

Ora vi spiego perché trovo questi due eventi, all’apparenza diametralmente opposti, così simbolicamente uniti.

C’è bisogno di spiegare la trama di questo capolavoro? Va bene, diciamo due parole…

Nella città di Mostropoli (la città dei mostri) la vita è sostenuta dall’energia ricavata dalle urla dei bambini. Il lavoro più importante qui è appunto quello di “spaventatore” e alla Monsters, Inc. (la ditta specializzata nella raccolta di urla) Sulley è il miglior spaventatore di tutti. Sfortunatamente la comunità dei mostri vive in un forte periodo di scarsità di energia, in quanto non è più facile come un tempo spaventare i bambini, quindi il direttore della Monsters, Inc deve trovare ogni soluzione per far fronte ad un possibile collasso energetico.

Sulley, assieme al suo fidato amico e compagno di lavoro Mike, entra in contatto con una bambina, la piccola Boo. I due scoprono così che le risate dei bambini sono una fonte dieci volte superiore alle loro urla. La scoperta, che può portare alla risoluzione di ogni problema energetico per la comunità di Mostropoli, non viene però considerata dal direttore della Monsters, Inc, che anzi costringe all’esilio i nostri protagonisti.

Un elemento, in tutta la storia, è essenziale: i bambini sono considerati terribilmente pericolosi. Non solo, quindi, fonti da cui ricavare energia, ma letteralmente nocivi, come fossero nemici ostili. Ogni contatto con essi è proibito e per questo motivo i protagonisti vengono esiliati dal mondo dei mostri.

Dunque, cosa c’entra l’attacco alle Torri Gemelle?

All’apparenza, nulla. Ma trovo affascinante notare come il tema della diversità sia trattato in questo quarto lungometraggio Pixar in maniera così sottile eppure così netta. La fobia per la cultura araba, che si diffuse in maniera così spasmodica e angosciosa dopo l’attacco terroristico si ritrova rappresentata, per una serie di circostanze, in questo film: a far paura qui è una bambina di 2-3 anni, e il motivo di questa paura nasce dalla non conoscenza del diverso. Esattamente come accadde nel 2001.

Ma il film, con una delle tante trovate geniali, insegna una grande verità: la forza della felicità, e delle esperienze positive, è più forte della paura.

2 Risposte a “RECENSIONE | Monsters & Co.”

  1. […] Lee Unkrich (già regista e co-regista di numerosissimi lungometraggi Pixar, tra cui Toy Story 2, Monsters & Co. , Alla ricerca di Nemo e Toy Story 3), sarà ambientata proprio in Messico nei giorni della […]

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