California 2015, il viaggio di una vita

Con questa pagina inauguro (in via del tutto sperimentale) l’inizio dell’utilizzo di questo mio blog per ciò che dovrebbe essenzialmente essere: un diario. L’occasione è un viaggio dall’altra parte del pianeta, precisamente in California. Penso proprio che il 99% delle persone invidierebbero chiunque faccia un viaggio di questo tipo, ma io non mi sono mai fermato soltanto a questo: la mia passione per il cinema, in particolare per la Walt Disney e l’animazione in generale, mi ha da sempre (vabbè, diciamo da oltre 20 anni) fatto viaggiare con la fantasia, facendomi ritrovare in quegli stessi studi cinematografici dove ogni appassionato di cinema vorrebbe ritrovarsi almeno una volta nella vita. Il mio non è mai stato un semplice desiderio di svago, nemmeno la voglia di visitare città lontane e famosissime o divertirmi a nei casinò o nei locali sulla spiaggia. Certo, non avrei mai sputato sopra a tutto ciò che può offrire questo stato ad un giovane (?!?) turista, ma il mio è sempre stato, per tutta la vita, qualcosa di più. È sempre stato proprio questo, il sogno di una vita, poter dire “l’ho visto”, “l’ho fatto”. “Io c’ero!”. Dopo aver conosciuto una persona per me molto importante (diciamolo pure, la mia metà) durante la settimana del Festival del cinema d’animazione di Annecy, nel mese di agosto 2014 è stato deciso che avremo risparmiato per un anno per fare questo viaggio in California. Una di quelle cose che si dicono convinti un po’ a metà, con quella convinzione che è un po’ più del vago “sarebbe bello….” ma molto meno del “ok, prenotiamo ORA!!!”. Il primo problema (almeno per me) è stato quello del finanziamento. Studio all’università e a parte la paghetta dei miei e un piccolo ma molto molto poco remunerativo lavoretto, non ho entrate. Un viaggio in California, di contro, costa. Costa taaaanto tanto. Ecco che a settembre riesco a trovare un lavoretto (chiamiamolo lavoretto, và…). Il Mc Donald’s assume nella mia città e io riesco a strappare un contratto da studente che mi permette di frequentare le lezioni durante la settimana e di lavorare solo nel weekend. Ottimo! Perché sebbene la paga non sia molto alta (ovviamente l’orario è limitato, lavorando 2 giorni su 7), è sufficiente per il fine ultimo, cioè il viaggio. Dunque, mese dopo mese, i risparmi si sono fatti un po’ più corposi e, a inizio anno, dopo aver avuto la conferma delle ferie dal lavoro, io e il mio futuro sposo abbiamo ufficializzato il viaggio acquistando i biglietti aerei.

Fatto ciò arriviamo all’attuale situazione, ovvero con la certezza di fare questo viaggio ma ancora poca chiarezza su come sviluppare il tutto. Sappiamo di avere a disposizione una quindicina di giorni ma non abbiamo ancora deciso in maniera definitiva quanto stare in ciascuna città che vogliamo visitare (per la cronaca, esse sono: Los Angeles, San Diego, San Francisco, Las Vegas e il Grand Canyon). Quanti giorni dedicare ai parchi tematici? Quanti al mare? Meglio concentrarsi su meno località (e in ciascuna di esse starci più tempo), o cercare di vedere il più possibile in modalità che-poi-chissà-quando-ci-ritorno? Questa è la situazione attuale e nei prossimi giorni pianificheremo per bene il programma. Perché, per tornare al punto principale di inizio post, il mio fine ultimo è…quello di visitare gli studios! E devo trovare un modo per entrarci, soprattutto ai Walt Disney Animation Studios, a Burbank. O almeno devo provarle tutte, fin da ora, per poter (almeno per 5 minuti) metterci la testa dentro e dire ci sono stato! Alla prossima settimana col prossimo aggiornamento.

… continua la lettura con il secondo articolo ->

4 Risposte a “California 2015, il viaggio di una vita”

  1. […] Nella pianificazione del nostro viaggio in California dove, vi ricordo, passeremo da un capo all’altro dello stato e toccheremo molte mete diverse in pochi giorni, non potevamo più modificare le prenotazioni degli hotel. Quindi se quell’unica giornata di visite guidate fosse stata, per dire, quando noi dovevamo essere a San Francisco o a Las Vegas, avremo avuto serie difficoltà a decidere cosa fare. […]

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