RECE | Rapunzel – L’intreccio della torre

Rapunzel, cinquantesimo Classico Disney, arriva dopo infinite odissee decisionali e labirintiche vie intraprese dal più antico studio d’animazione ancora esistente. Quelli che furono gli anni successivi al grande rinascimento degli Studios, infatti, lasciano sotto molteplici punti di vista un’eredità arida che, nei film animati del nuovo millennio, fa risentire di una perdita di rotta e una mancata identità.

Grazie agli studi in campo tecnico effettuati su Classici precedenti come I Robinson e Bolt ed a decenni di lavorazione, Rapunzel segna la storica svolta. Se da una parte irrompe nella lunga tradizione dell’animazione disneyana sdoganando il genere fiabesco all’uso della CG e a discapito del disegno a mano, dall’altro ne è la sublimazione coi suoi colori, i suoi sfondi, le sue musiche e la sua struttura fiabesca.

Come nella più classica delle tradizioni, la trama trae una lontana ispirazione da una fiaba dei fratelli Grimm, quella appunto di Raperonzolo, ragazza dai capelli magici, rinchiusa a passare la sua vita in una torre, lontana dal suo mondo e dalla sua famiglia, con la sua rapitrice come unico contatto umano.

Ad una serie di temi portanti del film che vengono solo vagamente accennati fanno da contrappeso lo studio e l’analisi del carattere dei singoli personaggi ed il loro approfondimento psicologico, in questo caso della giovane protagonista Rapunzel e dell’antagonista, Madre Gothel. E’ nelle dinamiche fra i personaggi in cui si sviluppa maggiormente la trama portata avanti dalla pellicola. La dipendenza reciproca che lega Gothel a Rapunzel.

Il sottile gioco psicologico che le unisce è infatti il fil rouge del film: Rapunzel, timorosa di deludere Madre Gothel, accetterà di sacrificare la propria libertà e il proprio desiderio di conoscenza del mondo pur di restarle accanto. Madre Gothel, celando il suo attaccamento a Rapunzel sotto l’illusoria maschera dell’affetto, non sarà mai veramente preoccupata per le sorti della ragazza, quanto al proprio tornaconto personale.

Con l’aiuto di un ladro, un cavallo e un camaleonte, Rapunzel riuscirà a liberarsi dalla gabbia mentale astutamente architettata da Madre Gothel, riconciliandosi con la sua famiglia nel migliore degli happy ending.

Rapunzel, dunque, è forse uno dei più importanti film d’animazione della storia della Walt Disney, e sicuramente degli ultimi anni. Non solo ha gettato le basi per lo stile grafico di tutti i Classici futuri (pensando al modo di rappresentare la figura umana, al richiamo alla pittoricità, all’importanza degli sfondi), non solo ha stabilito nuovi livelli di scrittura nell’esplorare i personaggi che vengono mostrati al pubblico, ma ha anche ridato quella spinta propulsiva che i Walt Disney Animation Studios aspettavano da anni, tornando alle origini ma allo stesso tempo sapendosi adeguare alla modernità del cinema contemporaneo.

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