RECE | Mucche alla riscossa

Il primo impulso, nell’affrontare una fantomatica recensione di questo film, sarebbe quello di ridurmi a scrivere una sola parola: evitatelo!

Ma visto che le protagoniste (qui sopra rappresentate) mi guardano con la tristezza negli occhi e che provo ad arrivare almeno a 250 parole in ogni articolo che pubblico, cercherò di essere il più prolisso e obiettivo possibile, nonostante mi stia accingendo ad analizzare il peggior film d’animazione partorito dalla Disney.

Se volessi essere clemente potrei sprecare due parole sui difficili anni che si erano susseguiti alla Disney. Va bene dai, sprechiamole due parole (…aiuterà ad arrivare a 250!).

Dal 1994, anno del fortunatissimo Il re leone, gli Studios della Disney vivono una lenta ma progressiva caduta verso l’oblio. Da un lato i nuovi progetti della casa di Topolino non riescono a intercettarsi più con il pubblico, allontanandosi da tutte quelle generazioni di bambini e adolescenti, ormai cresciuti, che aveva ammaliato per anni. Dall’altro lato molte case concorrenti (una su tutte, la DreamWorks) affinano nuovi metodi di comunicazione in ambito cinematografico, il cui massimo esempio è quel crude humor, umorismo grezzo, che attirerà flotte di spettatori di ogni genere ed età, accoppiato ad una preponderanza di progetti al computer rispetto alla matita.

In un contesto tale, la gloriosa storia animata Disney sopravvissuta per quasi 70 anni era giunta al cruciale momento di doversi reinventare. Mai, prima di allora, il pubblico aveva avuto la possibilità di scegliere verso quale tipo di intrattenimento animato rivolgersi. E il pubblico, nel momento della scelta, non sembrava più interessato ai racconti epici, alle fiabe classiche, ai sentimenti.

In questo background, quindi, crebbe il seme alla base di Mucche alla riscossa, ripudiato forse più dal fandom che dalla critica. Il film fu un fiasco tale che la più ovvia delle conseguenze fu la chiusura del reparto d’animazione “a matita” della Disney, letteralmente mandato in vacca.

Tentare di illustrare la trama sarebbe, oltre che tremendamente noioso, anche poco significativo tali sono i momenti morti, la totale assenza di sviluppo dei personaggi e un character design che di più brutti si fa fatica a ricordarne. Persino il multi-vincitore degli Oscar, nonché guru delle colonne sonore Disney, Alan Menken, qui sembra afflitto dalla crisi creativa che pervade ogni frangente del film.

Alla fine, il vero valore di Mucche alla riscossa, forse, risiede proprio nel suo essere “il fondo” raggiunto (ad oggi) dai Classici Disney. Da qui avrà infatti inizio una lenta risalita, grazie alle direttive di John Lasseter che già dai progetti successivi (I Robinson – Una famiglia spazialeBolt – Un eroe a quattro zampe, da lui prodotti) impone una maggior cura negli script. Cura pressoché assente in questo film, fortunatamente abbandonato a sé stesso e destinato ad essere dimenticato, con buona pace di tutti.

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