RECENSIONE | La Principessa e il Ranocchio

Con la promessa di un ritorno ai fasti dell’animazione tradizionale che però verrà nuovamente abbandonata, La Principessa e il Ranocchio si impone come chiave di volta nel processo di “ritorno alle origini” attuato dalle scelte di John Lasseter e della Disney.

Il film si propone come un concentrato di elementi classici e ridondanti nel cinema animato: oltre al ritorno del 2D vi sono un principe come co-protagonista, una sceneggiatura tratta da una celebre fiaba dei fratelli Grimm e tante, originalissime canzoni. Tutti elementi tipici della storia Disney. Tuttavia con La Principessa e il Ranocchio ci troviamo di fronte ad una serie di scelte interessanti e innovative, che rendono il film, per certi versi, diverso dal solito e che (parere personale) lo rendono molto interessante.

Chiaramente il primo punto è quello della scelta dell’etnia della protagonista, Tiana. Ragazza di colore orfana di padre (altro cliché, ma tant’è) che abita in una New Orleans degli anni ’20, essa si dimostra un personaggio capace di offrire lo spunto per analizzare una serie di questioni stimolanti, alcune accennate bonariamente in altri film, come l’emancipazione femminile o il ruolo “degradante” della donna nella società, altre decisamente forti e anche un po’ inaspettate come la lotta tra classi della società e la scissione tra bianchi e neri, discorso sottile ma presente in alcuni momenti del film.

In questo contesto è decisamente apprezzabile il ruolo di Charlotte, non solo per il suo risvolto comico ma anche per l’importante messaggio buonista che la Disney non dimentica di infilare nel suo film.

Un altro elemento onnipresente nei classici Disney è la musica che, come detto precedente, non manca in questo film. Ma se il modello di principessa è stato sapientemente manipolato per adattarlo e arricchirlo di nuovi significati, anche la musica si rinnova, con un genere tutto nuovo: il jazz, che dona alla pellicola un carattere tutto suo, unico e riconoscibile.

Se la sceneggiatura si dimostra decisamente banale e un po’ affrettata, da un punto di vista visivo il film non può che risultare estremamente appagante, ricco e descrittivo in ogni sua scena.

In definitiva La Principessa e il Ranocchio si dimostra un ottimo compromesso tra chi brama il classicissimo ligio e ferreo e chi invece è più aperto a concetti e temi moderni e, nonostante il suo insuccesso, mi piace pensare che sia questo il vero canto del cigno dell’animazione manuale dei Walt Disney Animation Studios.

[polldaddy poll=8169152]

2 Risposte a “RECENSIONE | La Principessa e il Ranocchio”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.