RECENSIONE | Inside Out

Inside Out è un film magico. E c’è così tanto da dire su questo film che non so letteralmente da dove cominciare.

Ho passato le ultime due settimane a fissare lo schermo bianco del mio pc alla ricerca di un inizio per la mia recensione ma sono così tanti i punti di cui vorrei parlare che non so davvero come si possa affrontare l’analisi di un film complesso, emozionante e riuscito come questo.

Penso dunque che la cosa più facile, almeno per me, possa essere quella di “gettare” le idee che mi vengono in mente un po’ a caso. Ad esempio il pensiero che ho provato durante la visione: il fatto che Inside Out riesca ad essere allo stesso tempo uno dei più divertenti e dei più tristi film della Pixar. Letteralmente, durante la visione passavo dall’avere le lacrime agli occhi per le risate al commuovermi per la commozione.

Non è un caso che le vere protagoniste di questo film siano Gioia e Tristezza, e che siano esse a catturare fin dai primi momenti l’attenzione dello spettatore. Perché, nel caso non aveste la benché minima idea dell’argomento di questo film, la trama cerca di spiegare come funzioni il nostro cervello e, soprattutto, le emozioni che lo animano.

Non vi racconterò nello specifico la storia di Inside Out: sebbene l’uscita del film in Italia sia tristemente ritardata (come spesso capita per i film Pixar), in USA è già uscito e lì io l’ho visto durante il mio soggiorno in California. Pertanto non posso giudicare elementi come l’adattamento o le voci italiane dei protagonisti (spero facciano un lavoro all’altezza dell’originale!)

Tornando alle mie impressioni, c’è una cosa che riesce a sorprendermi dei film Pixar (ok, intendo i film Pixar con la “P” maiuscola xD) ed è come riescano a distillare riferimenti oltremodo elevati e complessi nei loro film in modo da donarne non solo molteplici livelli di lettura ma anche vere lezioni di vita e di come il mondo funzioni.

Penso all’uso dei colori in un film come Up, di come trasmetta il vuoto senso di solitudine e totale abbandono di un anziano a cui ormai restano solo i ricordi e i suoi oggetti collezionati in gioventù.

Penso all’idea geniale di fondo in un film come Monsters & Co. che riesce a parlare senza troppe ipocrisie della paura che abbiamo del diverso.

E poi questo nuovo, meraviglioso film che è Inside Out, che parla di emozioni, crescita, traumi. Ma, soprattutto, dei ricordi. Perché ciò che mi ha più colpito nel film non è stato il finale, pur riconoscendone la potenza comunicativa e il forte significato simbolico che possiede (non può esserci gioia senza tristezza), ma l’elemento del ricordo, entità senza la quale non saremo ciò che siamo e che, purtroppo, con gli anni si deteriora e a volte scompare per sempre, a prescindere da quanto esso possa essere importante per noi..

Tante sono quindi le definizioni che mi verrebbero da usare per descrivere com’è e cos’è Inside Out. Penso però che, ecco, tra le tante emozioni che questo film ha innescato in me, una in particolare è stata rilevante: nostalgia! E non posso che lodare quel genio del cinema di Pete Docter per essere riuscito a rendere un’idea letteralmente impossibile da realizzare il fantastico film che Inside Out è.

Una risposta a “RECENSIONE | Inside Out”

  1. […] italiano del prossimo film Pixar (vi ricordo che prima di questo uscirà anche il meraviglioso Inside Out), sono state mostrate alcune scene in anteprima direttamente da John Lasseter. È buffo […]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.