Annecy International Animated Film Festival 2014 – Giorno 3 (Japan Animation)

In questa terza giornata le attività che abbiamo seguito non sono state molte, il che ci ha permesso di tirare un po’ il fiato dopo l’intensa giornata di ieri e quella non meno serrata che ci aspetta domani.

Il primo appuntamento è stato alle 14:00, con il Pixar’s RenderMan Pixel Party.

Una vera e propria lezione, ad opera di Dylan Sisson, sugli infiniti, possibili usi del RenderMan, il sistema operativo inventato dalla Pixar ed utilizzato nei loro film. Alcune immagini dell’ultimo film dello Studios, Monsters University, ci sono state paragonate a frame di 10-15 anni fa come il primo Toy Story o Monsters & Co. per mostrarci come, negli anni, lo sviluppo di questo sofisticato sistema abbia permesso di creare immagini sempre più realistiche e credibili. La lezione, la cui prima parte era impostata su spiegazioni molto tecniche degli sviluppi conseguiti dalla Pixar negli ultimi anni, è poi stata seguita da un simpatico siparietto: chi del pubblico è riuscito a rispondere per primo alle difficilissime domande sui film Pixar ha ricevuto in premio gadget dei loro film, come cappelli, magliette, borse e portachiavi.

Alcune delle domande rivolte dal pubblico verso Sisson sono degne di essere menzionate. È stato chiesto, ad esempio, se dopo l’acquisizione dei Marvel Studios da parte della Disney, la Pixar avrebbero iniziato a lavorare a film della casa delle idee. La risposta è stata che, al momento, non ci sono piani per la realizzazione di film con la Marvel né sono previste collaborazioni di alcun tipo. È stato poi chiesto se da parte degli artisti che lavorano nei Pixar Animation Studios c’è difficoltà nel riuscire ad adattarsi, anno dopo anno, alle nuove “scuole” di disegno offerte dagli sviluppi dei software. La risposta è stata che ogni artista arriva a trovare il giusto compromesso tra vecchia e  nuova “scuola”, e che comunque ogni innovazione raggiunta con RenderMan comporta nuove possibilità per gli artisti.

IMG_2113

Alle 16:00 è toccato invece al film in gara L’Arte della Felicità, dell’italiano Alessandro Rak. La storia, ambientata in una piovosa Napoli, racconta il difficile rapporto tra due fratelli, prendendo in considerazione il punto di vista di Sergio, il più piccolo dei due. Alfredo, il maggiore, lascia la famiglia per recarsi in Tibet dove diverrà buddista. La separazione da Alfredo sarà difficile da affrontare per Sergio che si ritroverà solo in un mondo che non gli appartiene più. Questa condizione verrà poi aggravata dalla morte dello stesso Alfredo.

Rak ci propone una serie di fil rouge che si intrecciano tra loro diventando le redini che guidano la narrazione del film: la voce di un commentatore radiofonico, una macchinina giocattolo,  un plico di vecchie fotografie, un gabbiano che vola, tutti messaggi visivi che lasciano un’impronta nello spettatore.

L’arte della felicità è quella dello zio Luciano, che col suo monologo, commuove con semplicità ma in modo diretto Sergio; è quella del programma radiofonico condotto da uno speaker cinico sul mondo ma convinto nell’aldilà; è quella che lo stesso Alfredo va cercando e che lo porterà a lasciare il fratello. L’arte della felicità, in Sergio, si mostrerà con il volto di Antonia, ragazza di cui non conosce il passato ma che lo conquista, destandolo dal suo momento di crisi spirituale.

Presentato in anteprima nel 2013 al Lucca Comics & Games, L’Arte della Felicità ha vinto il Premio Arca Cinema Giovane, Premio Fedic e Premio Miglior Opera Prima al Raindance Festival di Londra. E sebbene presenti i cliché di una Napoli invasa dalla monnezza, Alessandro Rak, col questo film di cui è anche co-sceneggiatore, vince nel voler conquistare il pubblico.

IMG_2126

Ma la vera attesa, oggi, era tutta per il film Saint Seiya Legend of Sanctuary ovvero il nuovo film dedicato alle avventure dei Cavalieri dello Zodiaco.

Nonostante l’incredibile entusiasmo espresso da parte del pubblico per tutta la durata della proiezione, io sono uscito dalla sala molto scettico. Mi sono interrogato, infatti, sull’utilità di un progetto come questo che certamente non è fatto per chi non ha mai visto alcun episodio dell’anime (l’approccio dato al film, infatti, gioca esclusivamente sulla riconoscibilità immediata di personaggi, dinamiche ed eventi da parte degli spettatori che hanno familiarità con la serie). Chi invece dei Cavalieri dello Zodiaco sa poco o nulla, uscirà dal cinema sapendo… poco o nulla dei Cavalieri dello Zodiaco!

Fatta questa premessa, l’analisi di questo nuovo progetto giapponese non può essere delle più positive. La sceneggiatura tenta di ridurre in una sola pellicola gli interi eventi narrati nella Saga delle Dodici Case, lasciando però vuoti incommensurabili nei fatti che si susseguono, con un montaggio fatto di scene tagliate che a fatica trova una linearità.

Si sacrifica totalmente l’analisi introspettiva e psicologica dei personaggi a favore di combattimenti che, a causa dei non eccelsi mezzi a disposizione dello studio, risultano tutti abbastanza poveri nella resa visiva: sembra di vedere un videogioco di dieci anni fa.

In tutto ciò un’ulteriore aggravante è l’eccessiva comicità che, di fatto, snatura l’originale essenza dei Cavalieri dello Zodiaco. Se siete legati ai momenti epici della serie animata, qui dovrete dimenticarli e accettare gag comiche e buffe scenette, anche da personaggi inaspettati.

Detto ciò, ripeto, mi domando verso chi sia rivolto veramente questo film, dato che rifiuta di farsi conoscere verso un pubblico “nuovo” e, in un certo senso, tradisce quello “vecchio”.

 

Recupera qui il mio commento al secondo giorno di manifestazione…

 

…qui invece il mio commento al quarto giorno!

3 Risposte a “Annecy International Animated Film Festival 2014 – Giorno 3 (Japan Animation)”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.